giovedì 3 gennaio 2008

PRONTI, PARTENZA, VIA - bollino V


Meta definita, sono passata dal babbo a prelevare le cartine e la guida turistica.
Trattasi di: guida Michelin datata 1971 (ma tanto le cose da vedere sono "quelle vecchie" e rimangono sempre le stesse, dice babbo) e carta stradale semi-strappata (prima del viaggio... adesso "quasi completamente strappata", il Lago Balaton è diviso in due come il Lago d'Aral...) di non so quando ma comunque precedente la guerra balcanica (e così ci troveremo improvvisamente a passare il confine con la Croazia, dopo Maribor).
Eravamo stati a Budapest passando dalla Vojvodina, 21 anni fa, nell'estate del 1987.
Ricordo le lunghe pratiche per ottenere il visto, i controlli minuziosi alla frontiera (nei cuscini, nei cerchioni delle ruote), la campagna ungherese, i campi con le oche al pascolo, i morbidi cuscini (di piume d'oca appunto), enormi nidi di cicogne ovunque (sui pali della luce, sui tetti), i carretti trainati da cavalli (mi erano sembrati il mezzo principale delle campagne), le casette che si distinguevano solo per il colore diverso. E poi il lago Balaton, che a me era sembrato un mare. E Budapest, le code di persone per comprare il pane, la metropolitana sotto al Danubio, un uomo che al parcheggio ci aveva chiesto dollari per il mercato nero.
Non ricordo molto di più.
Anzi, temo di confondere alcune cose con altre città viste nello stesso viaggio (Belgrado per esempio)
Sono però sicura che, tolte le "cose vecchie" della guida del 1971, poco è rimasto del ricordo di 21 anni fa.
La città è occidentale, ordinata, avanzata. Si nota un certo benessere.
Della campagna circostante e del lago Balaton non posso fare confronti.
Abbiamo trovato tutto completamente ghiacciato e coperto di neve.
Ma andiamo con ordine...

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