lunedì 7 gennaio 2008

DENTRO AD UN SOGNO - bollino V

"L'arte del sogno", un film onirico, molto particolare, sognatore e sognante, visionario, romantico, ritmico e colorato, diretto. Bello.
Dopo averlo visto, tra venerdì e sabato (hem... in due tranche perchè mi sono addormentata...) , mi è sembrato naturale non sorprendermi delle "stranezze".
L'amica di un amico incontrata all'uscita della pizzeria, per esempio, mi sembrava presa dal film. Una giunonica bambolona bionda, che con dolcezza sbatteva gli occhioni dicendo "E io adesso recito in una soap opera...". Dov'è? Dov'è la macchina che ti fa viaggiare nel tempo per un secondo? L'avrei azionata per guardarmela una decina di volte. Che personaggio!
Ieri notte sono tornata dal cinema e, mentre ero in cucina, è entrata una ragazza in pigiama, mi ha salutata con un sorrisone, ha preso il bollitore dell'acqua e si è preparata una tisana. Sono a casa, vero? Casa mia intendo...
Poi è arrivato mio fratello Taaaanti abbracci... buon Anno!!!!, ha messo sul fuoco una pentola con patate e salsiccia ma che ora è? Mezzanotte meno un quarto... e mi ha raccontato di Madonna di Campiglio. Di Ferrari e Ducati che gareggiano su una pista di ghiaccio.
Dell'albergo dove soggiornava Sissi che è andato semi-distrutto in un incendio.

Sabato ho preso per la seconda volta la metropolitana di Torino. Pochissimi passeggeri. Senza autista è una meraviglia stare affacciata dalla vetrata della carrozza guardare nell'ampio tunnel. E' questa la sensazione descritta da chi torna indietro dalla morte? Verso un tunnel bianco... Una passeggera preme un pulsante. Risponde una voce "Metropolitana Torino. Cosa succede?" "Uh... mi scusi... mi scusi... mi scusi... volevo prenotare la fermata!!!" "Signora, le ricordo che il vettore sosta automaticamente ad ogni fermata" "Uh... si... mi scusi... mi scusi... mi scusi!!!" si vergogna la signora. La metro si ferma alla stazione. La signora esclama "Uh! Non è neanche la fermata dove devo scendere!!!". Scende dove scendiamo noi, a quella successiva. E imbocca le scale mobili al contrario. "I torinesi e la metro", chissà se qualcuno ha già scritto un libro?
Un panettone che sembrava uscito da un cartone animato.
Mi hanno fatto vedere foto di edifici che non possono essere reali. Il "Zentrum Paul Klee", edifici di Le Corbusier, e ancora... e ancora... più sogno di così.
Neanche un sogno sarebbe così sogno.

2 commenti:

  1. ... se per te la metafora della metro è il tunnel della morte... be' allora io muoio due volte al giorno... ;)

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  2. haha... noooo.... solo quella di Torino mi fa quest'effetto!
    E' un tunnel largo il doppio di quella di Milano (che fa la rasetta ai muri), è bianca (quella di Mi ha i muri neri/grigio scuro a volte con strisce gialle), non ha l'autista, etc... :-)

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