giovedì 14 ottobre 2010

BLOG-TRASLOCO

Ho deciso di traslocare.
Il nuovo blog è qui: http://skyinlucyseyes.blogspot.com

C'HO I POTERI

Una coincidenza?
Il caso?
Una combinazione, una casualità?

Probabile.

Fatto sta che ieri mattina mi sono diretta verso la fermata del bus e sgambettando tra le auto ho attraversato lo stradone.
Ho pensato che avrei dovuto scrivere ai due Comuni, quello di partenza e quello di arrivo, per chiedere di ri-tracciare le strisce pedonali perchè in entrambi i posti erano ormai rese invisibili dall'usura.

Questa mattina sono tornata alla fermata del bus.
La coincidenza, il caso, la combinazione, la casualità han voluto che il pensiero si concretizzasse in realtà e con sguardo stupido e stupito ho fissato le strisce pedonali tinte di vernice fresca.
Sia nel comune di partenza che nel comune di arrivo.

mercoledì 13 ottobre 2010

CIBO CIBO CIBO

Erano mesi che non salivo più sulla pedana della Wii Fit per paura che la vocina mi insultasse.
La Wii Fit ti pesa, fa il confronto con il tuo stato fisico precedente, ti classifica, ti suggerisce il peso ideale, modella il tuo avatar ingrassandolo o assottigliandolo.
Ti fa fare esercizi di equilibrio e poi ti dice che dimostri 87 anni.

Ieri sera ho preso il coraggio a due mani.

Dopo cena.
Una cena preparata da Will: gnocchi con sugo di panna, pesto e gamberi.
750 gr in due.

Almeno avevo un alibi.

GENOVA 2

La domenica è trascorsa meno pesantemente del previsto.
Per forza! Dalle 11.00 in poi è stato un susseguirsi di risate, coperte solo dalle trombe delle barche in festa perchè dalla sera tutti saremmo tornati a casa.
Ho conosciuto la fidanzata di DoubleZero.
Poi è passata DolceMoni.
Poi ho fatto un giro con Asburgica + Peppiniello.
Poi sono arrivati Will + Mammà + MarioBelloBello.
E poi ci ha raggiunti Verdina, che mia mamma ha definito: "meglio della Littizzetto"

MarioBelloBello ha perso la sensibilità di una mano per portare una borsa di brochure che avevo dato Verdina, ma lei ha ripagato (lui e noi) portandoci a mangiare in un posto favoloso.
Io un granchio delle dimensioni di quello che era nel piatto di Will e di MarioBelloBello non l'avevo visto mai.

Siamo tornati a casa ad un orario indecente ma... tanto io il giorno dopo non ho lavorato :)

sabato 9 ottobre 2010

GENOVA

Lo dico con un briciolo di vergogna: sono stata a Genova mezza dozzina di volte e non l'ho mai visitata.
Uno stradone tra lei e il mare non mi ha mai invitata ad approfondire la conoscenza.

Ma qui, a Genova, vive Verdina.
E anche se lei trova addirittura incantevole osservare le auto passare su quello stradone (!!!), mi ha fatto finalmente conoscere Genova: eccezionale.
La Chiesa di San Lorenzo, via Garibaldi con il Palazzo Rosso e Bianco, la piazzetta delle Erbe (e il miglior gelato della città), i vicoletti, il palazzo Ducale, i locali storici, chiese sopraelevate, piazzette con nomi dissonanti dalla realtà, palazzi bellissimi...
Una cenetta con piatti prelibati in un locale fantastico. E una bottiglia di vino in due.
Una lunga camminata e fiumi di racconti.

Grazie Verdina.
Anzi, lo so che non si dice, ma: grazissime!


giovedì 7 ottobre 2010

MASSIMA ASPIRAZIONE

Ho
una
irresistibile
voglia
di
vincere
al
superenalotto
.

mercoledì 6 ottobre 2010

LA CUCINA DELLE NONNE

"Nessun cuoco cucina né ha mai cucinato come le nostre nonne. [...] hanno generato quella cucina così specifica, quella delle donne di casa recluse tra le mura domestiche: una cucina che a volte manca di raffinatezza, che ha sempre un non so che di "familiare", ovverosia è sostanziosa e nutriente, fatta per "riempire la pancia" - ma che in fondo è innanzitutto terribilmente sensuale."
(Muriel Barbery - Estasi culinarie)

La nonna paterna la vedevo una volta l'anno, arrivavamo a casa sua la sera dopo una giornata di viaggio e lei ci attendeva con un piatto caldo.
Era quasi sempre un brodo, perlomeno è l'unica cosa che ricordo, o con degli spaghetti spezzati o con delle polpettine di pane (tipo i canederli). Non so quali ingredienti segreti usasse ma a me sembrava il piatto più buono del mondo.

La mia nonna materna ha sempre vissuto in campagna e ha sempre avuto un orto (se non interi campi coltivati), degli animali e un forno a legna.
Il venerdì sera impastava il pane per infornarlo il giorno dopo (e bastava per tutta la settimana), la domenica faceva gli gnocchi o le tagliatelle (con le uova fresche e l'immancabile Imperia), si mangiava insalata con i pomodori e la "tuma mola" (un formaggio fresco tipo ricotta), d'inverno c'era la minestra di latte e castagne, la merenda era pane-burro-zucchero.
Sapori dimenticati.
Non lo so perchè, ma se devo pensare al suo piatto migliore, quello che mi piaceva di più, mi viene in mente una pietanza semplicissima: la cotoletta alla milanese.
Ne ho mangiate altre nella mia vita, ma mai come quelle che faceva lei.
Carne tagliata sottile, impanate nel pane grattugiato e fritte nel burro fatto in casa.

QUE PASA

Cosa sta combinando Lucy in questi giorni?

Un po' di pendolarismo con la Liguria.
Per fortuna sono riuscita a trascorrere del tempo con Will che mi ha raggiunta nel fine settimana.
Io stanchissima (3 giorni di lavoro intenso e senza sosta con poche ore di sonno), lui con la sinusite... ma ci siamo lo stesso goduti una cenetta di pesce.
Ieri treno all'alba e rientro all'ora di cena, pizza a casa nostra con MarioBell
oBello che non sono neanche riuscita a salutare quando è andato via perchè mi sono addormentata sul divano davanti alla tv mentre lui e Will chi
acchieravano commentando le foto del nostro viaggio di nozze.
Oggi e domani sono a casa.
Il fine settimana tornerò allo stand (che è impressionante, grande come 30 volte la casa in cui vivo) ma, tra Ven che incontrerò Verdina e Domenica in cui Will + mammà verranno a trovarmi, il tempo passerà in fretta (spero)

Film e Libri.
La scorsa settimana siamo andati a vedere "Basta che funzioni" di Woody Allen al cine-circolo.
Un cinico Woody vecchia maniera, consigliato a chi piace il genere.
L'accoppiata dei protagonisti "sciocchina lei - genio lui" / "amante della vita lei - schifato da qualunque cosa lui" e gli altri personaggi che girano intorno, oltre alle inimitabili battute, rendono il film molto godibile.
Questa sera ci aspetta "Mine Vaganti" di Ozpetek.

Complici i viaggi in bus per andare al lavoro, ho iniziato ad intaccare la colonna di libri comprati al Salone del Libro mesi fa....

"Come in un film di Almodovar" di Paolo Pedote. Peccato che nella mia copia mancassero delle pagine (sono bianche, non stampate).
Così, ad oltre metà, ho dovuto interrompere la lettura.
Prima o poi andrò in libreria a farmelo cambiare.

"Estasi Culinarie" di Muriel Barbery, comprato perchè l'altro suo libro ("l'eleganza del riccio") mi aveva entusiasmata.
Il protagonista è un critico gastronomico di fama internazionale che rievoca varie pietanze alla ricerca di quella che vorrebbe assaggiare di nuovo prima di morire.
Non è diventato uno dei miei libri preferiti (anzi, a volte l'ho trovato noioso, nonostante sia un libricino) ma l'abilità nel descrivere i sapori e le sensazioni provate è indubbiamente grandiosa.
Riuscire a rievocare il gusto o il profumo (come nel libro di Süskind, questo sì uno dei miei preferiti) attraverso la scrittura lo trovo un privilegio invidiabile di cui solo grandi scrittori sono dotati.
A me è venuta fame alla fine di ogni pagina. Appena mi sarà possibile cercherò di inserire almeno una citazione.

lunedì 4 ottobre 2010

IL DECALOGO DELLA DECRESCITA FELICE

Io ci credo e sto modificando il mio stile di vita in base a queste 10 regole.

1.Accorciare le distanze tra produzione e consumo, sia in termini fisici che umani.
Ricollocare il più possibile l’economia nel territorio in cui si vive. Chiederesi sempre quanta strada ha fatto ciò che si sta consumando e chi lo ha prodotto. Fare acquisti direttamente dal produttore oppure creare o entrare a far parte di un Gruppo d’Acquisto Solidale (GAS) per:
minimizzare i chilometri percorsi dai beni nel loro viaggio tra luogo di produzione e luogo di consumo; stabilire rapporti umani di amicizia e fiducia con chi produce.
2.Riscoprire il ciclo delle stagioni ed il rapporto con la terra.
Trovare il tempo per interrogarsi sulle qualità, ecologiche ma non solo, di ciò che si sta consumando e quale potrebbe essere l’alternativa più ecologica, salutare, piacevole e conviviale per soddisfare gli stessi bisogni.
Fermarsi a contemplare la Natura, comprendere i suoi cicli e confrontarli con i cicli industriali che sono alla base del proprio modello di produzione e consumo. Confrontare i propri ritmi con quelli della Natura. Rallentare, invece di accelerare.
Riscoprire il gusto di aspettare la stagione giusta per assaporare i frutti della terra nel momento in cui sono più saporiti e nutrienti.
Conoscere il territorio in cui si vive e le risorse naturali e umane che offre, anche in termini di saper fare derivante da conoscenze tradizionali (artigianato, cultura popolare, metodi colturali).
3.Ridefinire il proprio rapporto con i beni e con le merci.
Sostituire il più possibile le merci (prodotte per essere vendute) con beni autoprodotti o scambiati all’interno di relazioni non mercatili, riportando il mercato alle sue dimensioni fisiologiche (acquisire e diffondere la consapevolezza che il mercato non può essere eliminato, ma, allo stesso tempo, non è l’unico luogo dove poter soddisfare i propri bisogni).
Autoprodurre il più possibile:
beni alimentari (ad es. yogurt, pane, ortaggi, dolci, liquori, conserve alimentari…);
altri beni (ad es. capi di vestiario, mobili… )
Analizzare, valutare e promuovere i vantaggi dell’autoproduzione rispetto all’acquisto di merci in termini di maggiore qualità dei beni utilizzati (assenza di additivi chimici e processi finalizzati all’incremento della produzione e alla riduzione dei costi a scapito della qualità), minore impatto ambientale (meno energia e trasporti, meno imballaggi e rifiuti, più recupero e riciclaggio), conservazione e trasmissione del saper fare, creazione di momenti di nuova socialità.
4.Ricostruire le interazioni sociali attraverso la logica del dono.
Creare momenti comunitari di scambio di beni autoprodotti utilizzando la logica del dono, facendo attenzione a non cadere nella logica del baratto: il baratto è il precursore della moneta e, quindi, degli scambi mercantili!
Donare la propria esperienza, il proprio sapere e il proprio tempo agli altri. Condividere le proprie esperienze come presupposto per ulteriori scambi non mercantili di beni e competenze.
Donare beni, tempo, sapere e saper fare essendo sempre consapevoli che in una comunità c’è l’obbligo di donare, l’obbligo di ricevere e l’obbligo di restituire più di quanto si è ricevuto.
5.Fare comunità
Consolidare nel tempo le relazioni umane non mediate dal denaro all’interno della propria cerchia familiare, anche allargata, e all’interno della propria cerchia di amici e conoscenze.
Creare periodicamente le occasioni per fare in modo che le relazioni umane generate dall’economia del dono diventino il più possibile stabili nel tempo.
6.Allungare la vita alle cose, rifiutando la logica dell’ “ultimo modello”.
Adottare uno stile di vita che poggi sulle quattro R (riduzione, riuso, recupero, riciclaggio) e impegnarsi a diffonderlo il più possibile e con tutta la creatività di cui si è capaci in ambito familiare, tra gli amici, sul posto di lavoro.
Trattare le le merci per quello che sono: un mezzo e non un fine.
Usare tutta la propria creatività per aumentare la durata di qualsiasi bene (ad es. rigenerazione motori automobilistici, superamento del concetto di moda e adozione del concetto di utilità, abitudine alla autoriparazione dei beni, ecc.).
7.Ripensare l’innovazione tecnologica.
Adottare tecnologie che riducono il consumo di risorse naturali preferendo l’innovazione volta al risparmio invece che quella rivolta all’incremento dei consumi. Interagire con le imprese che aderiscono al MDF e propongono prodotti o servizi capaci di ridurre, anche drasticamente, i nostri consumi.
8.Esserci pesando il meno possibile sull’ambiente, come forma di massimo rispetto per noi stessi e le generazioni future.
Ridurre il più possibile la propria impronta ecologica, facendo le stesse cose con meno oppure evitando di fare cose non strettamente necessarie per il proprio benessere e quello degli altri.
Ridure l’impiego di mezzi di locomozione propri, laddove possono essere sostituiti da mezzi pubblici o mezzi meno inquinanti. Adottare e diffondere forme di trasporto condivise come il car sharing o il car pooling.
Attuare prassi di risparmio energetico (incremento dell’efficienza energetica della propria casa e nell’utilizzo di apparecchiature domestiche, proposizione di impianti condominiali più efficienti nell’uso delle fonti energetiche - realizzazione di apparati di autoproduzione dell’energia).
Proporre, e attuare per quanto possibile, un modello altrenativo alle grandi centrali e al trasporto dell’energia su lunghe distanze, basato sulla produzione energetica su piccola scala per l’autoproduzione e la vendita alla rete delle eccedenze.
9.Ridefinire il proprio rapporto con il lavoro.
Ridefinire il lavoro salariato come mezzo per soddisfare parte dei propri bisogni e non come fine della propria esistenza. Concepire il lavoro in generale come strumento per l’affermazione della dignità umana, ma non come l’unica modalità di espressione della medesima. Sperimentare stili di vita capaci di ridurre i consumi inutili e dannosi come presupposto per ridurre il tempo dedicato al lavoro salariato necessario per pagarli.
10.Diffondere i principi del Movimento per la Decrescita Felice in ambito politico.
Anche senza partecipare direttamente a competizioni elettorali e o alla vita di partiti poitici, trovare le strade per far giungere le idee e le proposte del MDF a chi ha il compito di governare il territorio in cui si vive. Essere il “lievito” della vita politica partendo dal basso, dagli ambiti più vicini alla vita e ai problemi delle persone. Organizzare incontri pubblici, coinvolgere i propri concittadini in battaglie specifiche evitando ogni tentativo di strumentalizzazione delle idee e delle proposte del MDF.