mercoledì 12 marzo 2008

MANUFACTURING - bollino V

Vernissage, venissage!!!
O Warm up, come direbbe la Wood, perchè Vernissage è troppo sabaudo.
Ieri sera inauguravano il Piemonte Share Festival, titolo di quest'anno: Manufacturing.
Tra le varie iniziative ed esposizioni, ho fatto un salto a quella nell'Accademia Albertina (che si potrà visitare fino al 15 marzo, mi sa che ci torno perchè ieri ho visto solo la mostra e anche abbastanza in fretta).
Una selezione di sei progetti, provenienti da oltre quattrocento partecipanti.

Peccato che le fette di salame fossero finite. Solo più vino.
Meglio evitare, se no come facciamo a raggiungere la pizzeria dopo?
I visitatori erano interessantissimi (molta internazionalità), confermandomi la mia passione per le inaugurazioni.
Le installazioni sono davvero particolari, interattive ed improntate sulla cybernetica (infatti il curatore dell'evento è Bruce Sperling).

Una su tutte colpisce.
Nel vero senso della parola, se l'artista non è stato preciso nei calcoli.
Si chiama Knife.Hand.Chop.Bot (creata dall'austriaco Emanuel Andel).
Si poggia la mano su dei sensori.
Si pigia un bottone e la macchina si attiva: un coltello da cucina fa il gioco "dalla mano e del coltello" colpendo lo spazio tra le dita. Sempre più veloce.
Una tizia tatuata prova. L'artista l'avverte che più lei si agita, più la mano suda, meno i sensori riescono a percepire la posizione e più la macchina è passibile di errori.
Infatti rischia di andarsene dal museo senza un dito.

(Andrew mi fa la citazione di Alien... che non ho visto... dove l'androide fa lo stesso gioco... mettendo la propria mano sopra quella umana...)

*I progetti, presentati in mostra all’Accademia Albertina, sono installazioni coinvolgenti e interattive: la nuova arte digitale può essere plasmata, modulata, controllata, manufatta, percepita con il corpo oltre che con i sensi. Il viennese Emanuel Andel realizza l’installazione Knife.Hand.Chop.Bot che mette alla prova la precisione della macchina e il coraggio dell’uomo, in un “gioco della mano e del coltello” ultramoderno; il gruppo milanese D3D presenta Virtual Identity Process, in cui gli utenti, interagendo con la superficie di un tavolo sensibile, danno vita ad un corpo tecnologico di musica e immagini; il giapponese Yamada Kentaro propone di realizzare un desiderio con Tampopo, installazione video che permette di interagire con lo schermo ‘soffiando’ giganti denti di leone. Gli inglesi Owl Project propongono Sound Lathe Workshop, un laboratorio di falegnameria che produce piccoli oggetti trasformando i suoni del lavoro del legno attraverso un “tornio sonoro”. SphèrAléas dei francesi Scenocosme è una mezza sfera capace di far interagire l’uomo, le immagini e i suoni,un igloo che accoglie il pubblico in uno spazio dove si mixano in tempo reale musica e immagini; l'opera Delicate Boundaries dell’americana Christine Sugrue annulla i confini fra uomo e macchina: piccoli insetti di luce escono dallo schermo e si spingono verso gli spettatori posandosi sui visi, sulle mani, sui capelli.*

2 commenti:

  1. Oh caspiterina! Quanto hai scritto in questi giorni?!?
    Buon pomeriggio Lucy =)
    Camp*

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  2. In realtà mi sembrava di aver scritto poco xchè sono un po' nelle curve con il lavoro e non ho mai tempo... :-(

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