sabato 18 agosto 2007

KHIVA I - bollino V


NULLA DI CERTO, VIAGGIO NEL DESERTO, LA POLIZIA, IL PONTE DI CHIATTE, ARRIVO A KHIVA

La meta che ci eravamo prefissi di raggiungere nella giornata era Khiva. Circa 500 km attraverso i deserto del Kyzylkum e Karakum.
In che modo? Chi lo sa!!!
Ci dicono che dovrebbe esserci un bus che passa spesso per Urgench (a una trentina di km da Khiva). Dovrebbe.
Al Karavan Bazar, dove c'è il mercato e partono i bus, ci dicono che la partenza è la sera alle 20.00. Un taxi per 3 persone costa 25 $ fino ad Urgench. Mostriamo di andarcene e... ci trovano un mini-bus sgangherato e senza targa per 15000 SUM (8 eur) a testa. Saliamo e aspettiamo per più di 1 ora che si riempia (funzionano sempre così... quando sono carichi partono...). Mentre siamo lì... alle 9.45 sulla strada passa un bus, sgangherato anche lui, parabrezza scheggiatissimo. Ci catapultiamo tutti a vedere dove va. Destinazione Turtkul. L'autista del minibus mi guarda sfidandomi come a dire "haha, non va dove vuoi tu!".
Prendo velocemente una mappa... Turtkul non è così distante da Urgench e comunque... è dopo il deserto! Si sale!!!
La vegetazione della steppa si fa più rada, la sabbia più visibile e ogni tanto nasconde completamente l'asfalto obbligandoci a chiudere i finestrini per respirare.
Il bus procede lento e ogni tanto la strada è sbarrata dalla polizia per i controlli (e le mazzette...). Ogni tanto troviamo qualche animale in mezzo alla carreggiata: muli, mucche.
Dopo 2 ore e mezza Andrew mi dice sorridendo "Al ritorno un bell'aereo, neh?"
Dopo 3 ore e mezza ci si ferma nel nulla per i bisogni fisiologici. Ovviamente scendono solo gli uomini (e per un pelo il bus riparte senza un tizio che era andato dietro ad una duna...)
Dopo 5 ore salgono dei bambini a vendere delle bottiglie di acqua ghiacciata (così entro la fine del viaggio si scongelano). Devo fare la pipì!!!
Dopo 6 ore arriviamo a Turktul dove ci traslano su di un "suppostino" che ci porta ad Urgench.
Arrivati sulle sponde del grandissimo fiume Amu Darya ci rendiamo che il ponte non c'è. O meglio... è fatto da una ventina di chiatte messe in fila (e a volte le catene che le uniscono non sono ben tirate... e si vede attraverso i 20 cm l'acqua melmosa che scorre) per coprire i 600 metri.
Le macchine (solo quelle piccole, niente bus) ci passano sopra schivando le lamiere che in alcuni punti sono staccate. Molto divertente...
Arrivati ad Urgench una ragazza che era con noi sul "suppostino", canottiera leopardata e soliti denti d'oro, ci accompagna ad un taxi e si assicura che ci facciano pagare 2000 SUM (1,5 eur) per portarci fino a Khiva.
Meravigliosa. Ci fa tanti di quei discorsi in russo prima di lasciarci!
Sul taxi (un Daewoo Tico) salgono con noi altri 2 signori uzbeki.
Uno lo lasciamo per strada mentre l'altro lo accompagniamo a casa, in una zona rurale che i tour operator farebbero pagare fior di quattrini per portare la gente.
Ci sono i bambini che mangiano le canne di bambu e mi verrebbe voglia di fotografarli, non fosse che sono contraria (e a Khiva capirò che faccio bene a pensarla così).
Alle 17.00 siamo a Khiva, una piccola città bellissima e cinta da mura di paglia e terra. Per entrare ci chiedono 10.000 SUM. Inventiamo che abbiamo l'albergo all'interno (in effetti sarà così e per migliaia di volte dovremo ripeterlo).
Dopo esserci sistemati (in una madrasa trasformata in albergo) facciamo un giro sulle mura dove una signora ci chiede se può essere fotografata con noi, mangiamo e, stremati, andiamo a dormire.

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