martedì 17 marzo 2009

PALERMO EXPRESS 1 - bollino V

Il racconto di Palermo salta la parte in cui ci l'Alitalia ci comunica che la valigia di Will non è arrivata ed inizia con i Mercati principali: Ballarò, Il Capo, La Vucciria, Mercato delle Pulci.
Che uno dice: "Embè? Son mercati! Ce ne sono in tutta Italia!"
Eppure tutti ad insistere: una visita a Palermo non può non includere i mercati.

E allora, dietro una guida palermitana di eccellenza iniziamo ad attraversarli.
Mi sembrava di essere in un paese straniero, dove nulla è dato per scontato, neanche i cibi.
"Questi sono i babbaluci" dice la guida "anzi, i crastuni".
Ci sarebbero mille domande per ogni oggetto su cui si posano gli occhi.
Pesci, strani ortaggi, uvetta minuscola e dolcissima, pomodoro concentrato, polverine dai colori vivissimi.
E poi i personaggi che animano i mercati. Non persone, personaggi.
E infine i muri, gli edifici, i locali che circondano le bancarelle e si stringono cadenti in vicoli.
Se qualcuno me l'avesse raccontato, mi sarei sentita come davanti ad un racconto di viaggio di Marco Polo.

Dopo un pranzo tipico (piatti di pasta delle dimensioni di una montagna. Al posto del parmigiano grattugiato, in mezzo al tavolo mettono pane grattugiato + zucchero -se non erro-) ce ne andiamo verso un altro posto unico: le Catacombe dei Cappuccini.

La guida palermitana di eccellenza mette un pochino le mani avanti: "Sapete, io ci sono stato in auto... spero di sapere come ci si arriva a piedi".
Dopo la premessa doverosa inizia la scenetta:

Imbocchiamo spediti una strada. Deserta, in discesa.
Dopo una trentina di metri sbuca dal nulla una vecchietta che dice: "State andando ai Cappuccini?"
"Si signora!"
"E QUANTE VOLTE VE LO DEVO DIRE che la strada non è questa?"
Io già stavo morendo dal ridere.
A quel punto torniamo indietro e imbocchiamo la strada corretta.
Passano di nuovo pochi metri che un'altra signora ci ferma.
"Ehhh.... volete andare ai Cappuccini, vero? Io vi avevo già notati prima, avevo capito che stavate sbagliando... ma non ho detto niente! Di dove siete, di fuori?"
La guida dice "Loro di Torino, io sono palermitano"
Cazziatone che mi fa ridere ancor più della signora precedente: "VERGOGNA! VERGOGNA! Di Palermo e sbagliate strada"

Applausi.
Questi palermitani mi paiono favolosi, altro che omertà. Favolosi. Favolosi.
Guida cazziata compresa.

6 commenti:

  1. mmhh quel piatto di pasta! mi ricorda Favignana! c'era il pangrattato l'uvetta i capperi e poi non lo so! una roba da rotolarsi per terra...ho provato a rifarla a Torino, ma non è la stessa cosa.
    Metteremo ai Fornelli Zecche a maggio!

    Any case, deve essere un posto spettacolo se hai la fortuna di visitarlo con una persona del luogo. sai che leggendo il tuo post sentivo l'odore degli aromi e i rumuori'
    wazzz!!

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  2. Sisi, Camp*, era Zecche.
    Sfottimento libero!!! :)

    Wood: yesss... davvero mi son sentita fortunatissima.

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  3. Altro che palermitano, zecche in realtà è un polacco travestito da siciliano....
    Spero ti abbia almeno portato a mangiare un panino con la meusa.

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  4. Polacco travestito da siciliano... attenzione attenzione! Questo spiegherebbe molte cose!!! :)
    PS: sisi, panino e meusa e anche le stigghiole...

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  5. Zecche?
    Mmmhh, non lo conosco....

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