lunedì 5 gennaio 2009

VENEZUELANDO - bollino VG

(foto scattata nel parco Henry Pitter dalla spiaggia di Puerto Colombia)
Tornate.
Prima di inserire le foto e il racconto dettagliato (lo dico sempre e non lo faccio mai...), ecco alcuni punti che mi han colpito particolarmente,

Le strade: percorsi 2700 km su strade venezuelane, con una Yaris nuovo modello. Cambio automatico.
Tanti. Tanti tanti tanti chilometri.
Le autostrade sono improvvisamente attraversate da dossi; in buono stato a nord, il resto piuttosto tremendo.
Abbiamo rischiato di spaccare la coppa dell'olio un paio di volte perchè l'asfalto viene inghiottito dalla pioggia.
Ogni tanto bisogna attraversare guadi.
Innumerevoli animali morti a bordo strada, innumerevoli macchine in panne a bordo strada.

La guida: ci si adegua in fretta allo stile.
Le regole sono poche:
- smettere di usare totalmente le frecce.
- superare sempre, senza paura.
- i semafori sono un'opinione. Col rosso si rallenta, se non c'è quasi nessuno si passa.
Facile.

La sporcizia: da primo premio. Cumuli di immondizia alti e puzzolenti.
Il problema è preso in gran considerazione dal governo che espone dei cartelloni enormi ovunque:"no botes basura!". I cartelli non sono presi in gran considerazione dai venezuelani.

I colori: case fucsia, rosa acceso, turchese, rosso e verde acido, giallo sole.
Fili di biancheria con indumenti da pigmentazioni accesissime.
Io amo i colori, non potevo non amare tutto questo.

Alto un tot: come Gianduiotta ha esclamato ad un certo punto del viaggio "eh... qui deve essere alto un tot!!!". Salite fino a 4220 mt e scese fino al mare caraibico.
Purtoppo la teleferica di Merida (la più lunga ed alta al mondo) è chiusa da Agosto. Sarebbe stata una bella esperienza arrivare lassù.
Ma siam felici lo stesso.

Gli accenti: non si dice Maracaìbo, come nella canzone, ma Maracàibo. Non Merìda ma Mèrida. Non Bolivàr ma Bòlivar.
Insomma. Ad un certo punto abbiamo capito che era valida la regola: pronuncialo come non lo pronunceresti.

La sicurezza: i negozianti servono i clienti attraverso le inferriate. Alle 20.00 i paesi si svuotano.
Non abbiamo mai e poi mai avuto minacce o problemi ma alcuni segnali parlano chiaro.

I personaggi: ne scelgo 3:
- Che Guevara: avevo portato con me un suo libro (Latinoamerica, dal quale hanno tratto il film "I diari della motocicletta"). Letto da Gianduiotta, io sono a metà. Ne esce un bel personaggio divertente e viaggiatore matto, al di là delle fedi politiche.
- Simon Bolivar: l'eroe Venezuelano. No, anzi. L'unico eroe venezuelano.
Le piazze principali di ogni città sono intitolate a lui. L'aereoporto anche. La moneta pure. La repubblica è "bolivariana" del venezuela.
Gran fantasia. E dire che era stato allontanato dalla patria.
- Agostino Codazzi: italiano fondatore di Colonia Tovar, luogo che non riusciremo a visitare ma che ci incuriosiva tantissimo. Colonia tedesca rimasta isolata fino agli anni '60. La breve biografia riportata sulla guida racconta gesta avventurose ed accattivanti che mi fan venire voglia di saperne di più.

Il resto... lo racconterò pian piano.

2 commenti:

  1. Bentornata! Welcome back!

    E' bello leggerti di nuovo...

    Riguardo la sicurezza, c'e' quel mio amico venezuelano che mi paragona Joburg a Caracas.... e ho detto tutto :P

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  2. Eh... si... su Caracas qualcosa da dire sulla sicurezza ce l'avrei.
    Momenti di quasi panico...

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