Ho visto un po' di film nel fine settimana.
Tutti a casa, felicemente skyizzata...
In un crescendo di argomenti sempre più difficili, tanto che questa mattina mi sono svegliata con il labbro ferito, morsicchiato nervosamente durante gli incubi.
Primo: HAPPY FEET. Cartone animato del 2006, sui pinguini.
Grazioso. Una storia buona, senza per forza far morire qualcuno dei personaggi-animali (vedi Re Leone, Pesciolino Nemo, Bamby... eccheccavolo... mi guardo un cartone animato e devo piangere anche lì?)
Secondo: TAXISTI DI NOTTE. Film del 1991.
Cinque episodi in cinque parti del mondo con cinque diversi taxisti.
Mi sono persa il primo episodio...
Quello ambientato a Roma è interpretato da Benigni, tassista che confida i suoi trascorsi sessuali (con una zucca, una pecora, la cognata) ad un parroco che gli muore sul sedile posteriore.
Divertenti anche gli altri episodi.
Terzo: BORDERTOWN. Film del 2007.
Entriamo negli argomenti mordi-labbro. Tratto dal reale, giornalismo difficile e scomodo, 400 donne messicane trovate morte.
Ho trovato una bella recensione su Mymovies, la riporto:
La città di Juarez, al confine tra Messico e Stati Uniti, è una delle principali vittime del BAFTA, il trattato che avrebbe dovuto portare lavoro nello stato latinoamericano limitando l'immigrazione negli States. Qui un personale a prevalenza femminile produce televisori, computer… che verranno poi venduti a prezzi contenuti negli Usa e nel mondo. Queste donne, in gran parte giovani, godono di poche garanzie sul piano lavorativo, e di nessuna su quello della dignità della persona. Centinaia di loro sono state infatti rapite, stuprate e uccise senza che le autorità locali andassero oltre le formalità di rito.
Gregory Nava, regista che afferma di essere nato nell'unica area al mondo in cui il Primo e il Terzo Mondo confinano, ha deciso di raccontare una storia di violenza quotidiana partendo da uno dei tanti casi venuti alla luce. Ci sono voluti sette anni perché il progetto divenisse un film finito; nel frattempo dinanzi ai due 00 i numeri delle vittime aumentavano: 3-4-5…
La polizia è stata più di ostacolo che di aiuto, e le difficoltà e le minacce nel corso delle riprese non sono mancate.
Ne è nato un film di sincera denuncia che purtroppo deve fare i conti con lo star system. Senza la Lopez e senza Banderas sui manifesti Bordertown probabilmente non si sarebbe fatto. Perché il mercato reclama il rispetto delle sue leggi e non è sufficiente una giusta causa per arrivare sugli schermi di tutto il mondo. Ecco allora la bella giornalista che ritrova il direttore di un giornale senza macchia e senza paura che un tempo era stato un vero amore e che ora ha moglie e figli. Ecco il cattivo più cattivo con tanto di sfregi sul volto e il direttore di giornale (Martin Sheen) in bilico tra rispetto della professione e ossequio ai potenti. Con, in aggiunta, il ricco attraente e corrotto a cui bisogna sacrificare una notte di sesso per giungere allo scopo.
Vedendo Bordertown si rimpiangono alcuni film di denuncia americani (di un passato neppure troppo lontano) in cui forma e contenuto erano uniti da un patto di rigore che non ne ledeva la spettacolarità. Oggi sembra che questo sia molto più difficile da ottenere, ma non importa. Le operaie delle 'maquilladoras' debbono poter parlare di sé quotidianamente a un mondo globalizzato nel modo sbagliato. Quindi ben vengano i film come Bordertown.
su 24 ore che mi sono state concesse in un giorno oggi ne ho passate 15 fuori tra uni e lavoro... nn ero piu abituato..! vado a domire... togliendo la cena e questo saluto mi rimangono quasi otto ore per dormire... addio! buona settimana!!
RispondiEliminaCoraggio Enry, coraggio!!! :-)
RispondiEliminahappy feet........
RispondiEliminaChe cosa vuol dire "Happy feet", Luigi? Il freddo del canada fa male... :-P
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