E poi c'è il momento del dolore.
Arriva, prima o poi.
Quello che la prima volta ti strazia e rischia di farti impazzire.
Quello che non sai come affrontare.
Che cerchi di soffocare o di gridare. Dipende come sei fatto.
Che giunge attraverso i motivi più disparati.
E c'era un ragazzo Venerdì notte, poco più che ventenne, con questo dolore.
Un dolore rabbioso.
E avrebbe scaraventato tutti giù dal balcone.
Un dolore triste e impotente.
Annegato in sostanze alcoliche e non so che altro.
Imbarazzato, disperato e spavaldo.
E avrei voluto dirgli che ci vogliono delle palle quadrate per stare a questo mondo.
Che ad un dolore se ne aggiungeranno altri e si accumuleranno subdoli incrostandosi a formare una corazza.
Che si diventa cinici e sfiduciati.
Ma che a resistere, a trovare il coraggio di vivere, spesso ne vale la pena.
Però non gliel'ho detto.
eh già...
RispondiEliminaCamp*
spesso ne vale la pena...
RispondiEliminachissà mai perchè si dice così...
la pena di vivere ?
è una pena allora ?
tanto non ti avrebbe ascoltato...
RispondiEliminaLo so per certo
wood
In un certo senso Tomas...
RispondiElimina"vale la pena", cioè le difficoltà ci sono ma il vantaggio che se ne ha è maggiore...
Mi sa anche a me Wood...
Perchè bisogna battere la testa da soli, è inutile che ci dicano gli altri quanto fa male...