Un libro, uno spettacolo e una lettrice, un teatro.
Un libro: Flatlandia di Edwin Abbott Abbott
Di molti libri non riesco a ricordare i particolari; la trama e i personaggi diventano confusi col passare del tempo (spesso in poco tempo).
Ricordo vagamente se la lettura mi aveva appassionata, talvolta rieccheggia qualche passo o parola particolare.
Del luogo in cui ho letto il libro, però, solitamente ricordo tutto.
Soprattutto se il libro mi era piaciuto.
Come avevo già scritto de "Il deserto dei Tartari", letto sul pianerottolo del vicino di casa.
"Flatlandia" risale alla terza liceo. Lettura consigliata dal prof di Fisica, una persona decisamente fuori dagli schemi che... averne!
Era inverno e per poco piacevoli situazioni familiari ero andata a vivere da mia nonna, in una stanza disadorna che avevano appena finito di ristrutturare e che, in attesa di capire cosa farne, era diventata tutta mia.
Nella stanza c'era un comò, una brandina e una nicchia che avevo riempito di libri.
Anche se per andare in bagno era necessario uscire sul balcone, entrare in casa e usare il bagno interno o esterno (perchè una volta quasi tutte le stanze della casa davano all'esterno, tranne cucina e sala che erano comunicanti), per me era un Regno.
E' lì che l'aria si è animata dei personaggi di Flatlandia.
Chiamo il nostro mondo Flatlandia, non perché sia così che lo chiamiamo noi, ma per renderne più chiara la natura a Voi, o Lettori beati, che avete la fortuna di abitare nello Spazio.
Immaginate un vasto foglio di carta su cui delle Linee Rette, dei Triangoli, dei Quadrati, dei Pentagoni, degli Esagoni e altre Figure geometriche, invece di restar ferme al lor posto, si muovano qua e là, liberamente, sulla superficie o dentro di essa, ma senza potersi sollevare e senza potervisi immergere, come delle ombre, insomma – consistenti, però, e dai contorni luminosi. Così facendo avrete un'idea abbastanza corretta del mio paese e dei miei compatrioti. Ahimè, ancora qualche anno fa avrei detto: "del mio universo", ma ora la mia mente si è aperta a una più alta visione delle cose.
Uno spettacolo e una lettrice: Chiara Guidi della Societas Raffaello Sanzio
Lo spettacolo teatrale sono andata a vederlo questa sera.
Più che recitato era una lettura del testo di Abbott accompagnata da musica e suoni.
Sul palco una scrivania, l'attrice che leggeva il testo e manteneva l'attenzione attivando metronomi (da quanto tempo non ne vedevo uno!!!), cubi illuminati, gong, mangianastri.
Ora.
Di natura sono una persona entusiasta, perciò a forza di superlativi risulto poco credibile ma... questa Chiara Guidi è stata semplicemente STRAORDINARIA.
Una che tiene un laboratorio dal titolo "Il verso, il suono articolato, la voce - esercitazione di vocalità molecolare" d'altra parte non può che essere un mostro di bravura.
Un teatro: Il Gianduia in Via Santa Teresa 5 (To)
Quasi impossibile reperire l'ingresso (una porta anonima) se non si conosce l'indirizzo.
Nello stesso posto c'è il museo delle marionette che, da quanto mi dice la bigliettaia, è necessario prenotare per visitarlo (ma lei mi confida di aver fatto un giro nell'oscurità e di averlo trovato bellissimo... sarà un'entusiasta come me?)
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