(collage di foto scattate. Cliccare sopra per ingrandire.)
Atterraggio a Saragozza in perfetto orario.
Prendiamo il bus che costa poco (1,50 euro), porta in centro, non lontano dall'ostello, ma impiega ben un'ora.
Dolceasburgica ci aspetta in camera mentre MarioBB e Peppe sono a vedere la partita dell'Italia in un baretto.
L'ostello è carino, praticamente nuovo.
Ore 21 circa: primo giro per il centro della città.
La piazza centrale è molto grande, una fontana fatta a forma di iceberg si estende sul lato corto, opposto alla cattedrale de la Seo, e l'acqua scorre e scivola nelle apposite crepe del terreno creando un bell'effetto.
Su uno dei lati lunghi troneggia enorme la Cattedrale del Pilar, che ho scoperto essere famosa meta mariana.
La leggenda narra che nel 40 d.C. un piccolo pilastro venne portato qui dagli Angeli.
Sullo stesso pilastro gli Angeli posarono la Madonna, che ai tempi viveva a Gerusalemme (al leggere questa cosa Leo ha commentato con "praticamente una ditta di trasporti"), per permetterle di dialogare con San Giacomo (Santiago) che stava svolgendo la sua azione apostolica.
Il pilastro divenne subito meta di pellegrinaggio ed è ancora visibile (e baciabile nella sua parte scoperta, dietro l'altare) ma fu un miracolo ("Il miracolo di Calanda"), avvenuto nel 1640, a rendere ancora più celebre il Santuario.
In breve un ragazzo aveva avuto un incidente nei pressi di Saragozza e dovettero amputargli la gamba. Non potendo più lavorare, pare che ogni giorno andasse a pregare la Madonna del Pilar e si ungeva il moncherino con l'olio delle lampade della Chiesa.
Un bel mattino... il ragazzo si svegliò miracolosamente con tutte e due le gambe e la mancante era proprio la sua (riconoscibile per un morso di cane avvenuto anni prima).
La cassetta nella quale era stata seppellita fu ritrovata aperta, e vuota.
Le testimonianze (compresa quella del chirurgo che l'aveva operato) sono inequivocabili.
Comunque... la Cattedrale stava chiudendo e la visiteremo due giorni dopo, camminando in tutto il suo sfarzo, splendido organo e coro, una bellissima ed enorme pala scolpita che sovrasta l'altare maggiore, due delle tre bombe che perforarono il tetto durante la Guerra Civile e non esplosero.
Molto più impellente è il bisogno di tapas.
Poche vie dietro la piazza ci sono miriadi di localini.
Quando veniamo raggiunti dagli altri amici di ArchitettoS+ facciamo una passeggiata in centro (invaso da persone e localini) e poi ci spostiamo al Bar Bachrach (locale minuscolo e carino, soprattutto per le porte dei bagni... che io non avevo riconosciuto come tali).
Ore 4.00... ce ne andiamo a dormire.
Il giorno dopo visita all'Expo (che descriverò nel post successivo) mentre la Domenica approfittiamo per un ultimo giro nella città: visita al Foro romano (non molto grande ma va premiata la volontà di rendere interessante la didattica usando proiezioni sui reperti), passaggio sotto la torre della Maddalena in stile Mudejar, pranzo in un baretto con la cameriera ucraina e dei buoni piatti, la piazza dietro la Seo (nella quale incontreremo una simpaticissima amica di Peppe che vive a Saragozza) e... poco più! :-)
sembra proprio una città deliziosa!!!
RispondiElimina:-) In realtà non c'è un granchè, un paio di giorni bastano e avanzano, però grazie all'Expo era molto viva!
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