(Muriel Barbery - Estasi culinarie)
La nonna paterna la vedevo una volta l'anno, arrivavamo a casa sua la sera dopo una giornata di viaggio e lei ci attendeva con un piatto caldo.
Era quasi sempre un brodo, perlomeno è l'unica cosa che ricordo, o con degli spaghetti spezzati o con delle polpettine di pane (tipo i canederli). Non so quali ingredienti segreti usasse ma a me sembrava il piatto più buono del mondo.
La mia nonna materna ha sempre vissuto in campagna e ha sempre avuto un orto (se non interi campi coltivati), degli animali e un forno a legna.
Il venerdì sera impastava il pane per infornarlo il giorno dopo (e bastava per tutta la settimana), la domenica faceva gli gnocchi o le tagliatelle (con le uova fresche e l'immancabile Imperia), si mangiava insalata con i pomodori e la "tuma mola" (un formaggio fresco tipo ricotta), d'inverno c'era la minestra di latte e castagne, la merenda era pane-burro-zucchero.
Sapori dimenticati.
Non lo so perchè, ma se devo pensare al suo piatto migliore, quello che mi piaceva di più, mi viene in mente una pietanza semplicissima: la cotoletta alla milanese.
Ne ho mangiate altre nella mia vita, ma mai come quelle che faceva lei.
Carne tagliata sottile, impanate nel pane grattugiato e fritte nel burro fatto in casa.
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