World League di pallavolo maschile, Italia-Cuba, a Torino
Il mio collega Ventiquattro aveva preso i biglietti più di un mese fa.
"Dai dai dai dai dai, Lucy! Vieni!!! Ho preso il biglietto anche per te!" (tra l'altro me l'ha regalato... senza falsa modestia, mica me li merito io dei colleghi così!)
Entriamo nel Palazzetto dello Sport - Parco Ruffini - e scopro che abbiamo posto in prima fila, proprio dietro alla dozzina di natiche perfette della squadra cubana.
Sbavucchio.
"Ventiquattro... se non ti spiace io tifo Cuba..."
Fine degli allenamenti, le squadre si schierano per l'inno nazionale.
Il palazzetto è completamente saturo.
Intorno al campo ci sono i cartelli pubblicitari luminosi.
Musica alta e speaker galvanizzano le squadre.
Tra un set e l'altro entra in campo il corpo di ballo della scuola cubana (e quasi che anche la fede nazionale di 24 inizia a vacillare).
Il tutto è piuttosto animato, insomma.
Non sono le partite di pallavolo che ricordo io.
Mi ricorda un po' il basket statunitense.
La potenza dei colpi è impressionante e infatti gli scambi sono pochissimi (questa è una cosa che mi piace poco della pallavolo maschile).
Il risultato è Italia-Cuba 3-1.
Avevo sentito e, se non fosse che non avevo assolutamente voglia di rinunciare un'altra volta al week end al mare, avrei voluto vederla. Ma da cosa mi dici mi sa che tanto non avrei trovato posto.
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