Non so se esistano delle bomboniere Luigi XIV ma quella casa mi ha proprio fatto venire in mente questo: "sembra una bomboniera stile Luigi XIV".
Un arredamento nobiliare in perfetto ordine.
Le porte ampie color crema come si vedono nelle visite ai castelli.
Poltrone da grandi schienali elaborati e impreziositi da stoffe che ormai nessuno fa più e distribuite su tappeti fini in un salone immenso.
Ci accoglie sulla porta una vecchina della stessa epoca delle poltrone. I capelli tinti di arancione un po' scarmigliati, morbide pantofole rosa, pigiama rosa e vestaglia in flanella rosa anche lei.
Ci accompagna nella stanza del Principino torcendosi le mani preoccupata.
Il molle Principino appoggiato alla testiera del letto neanche ci saluta.
"Sono come un albero che sta cadendo"
Indica un bellissimo quadro, unico ornamento di fronte al suo letto.
"L'avevo detto io ma non mi hanno creduto. E così ho dimostrato che avevo ragione. Ho un tumore, è giunta la mia ora, sto per andarmene, concedetemi solo un po' di ossigeno perchè possa respirare meglio. Sono 2 giorni che non bevo un goccio d'acqua. Da quando la dottoressa mi ha somministrato del benzene. "
Fa un gesto che mi ricorda le oche quando vengono rimpinzate forzatamente per farne "paté de foie gras". La testa inclinata leggermente indietro ma senza far cadere la pezza blu che ha sulla pelata rosa.
Quella pezza ha un che di sinistro, penso, come se stesse lì a celare un buco nella testa.
E in effetti il benzene avrebbe dovuto essere un forte segnale di quel buco.
Un buco dentro la testa, non nella testa.
"Ma io denuncio tutti perchè non mi hanno creduto. Il benzene mi ha dato la dottoressa, capite, il benzene. E' come in Shadow che ci sono gli alieni nella birra, escono solo con gli occhi. E poi... lassù nell'ospedale sono con teste giganti e nere. Ma gli alieni di Shadow, è come i nazisti che iniettavano ogni cosa e gli occhi diventavano rossi. Poi questa notte, in cui morirò io, morirà anche mia mamma."
E continua il Principino, che poi scopriamo essere un ingegnere, nelle sue follie.
Penso sia innoquo ma quell'avvicinamento alla parola "morte" mi fa tristezza.
Sarà che avevo portato con me un'altra casa nella quale ero stata poco prima.
Una casa nient'affatto principesca.
Un ragazzo per niente nobile.
Ma la madre era disperata uguale, davanti al figlio morto impiccato.
Una notte da dimenticare.