Gli aggettivi più appropriati per descrivere gli ospiti del rifugio sono: "variegati" ed "eterogenei".
Domenica li osservavo.
C'erano due signori del soccorso montano.
Super-esperti, venuti su a fare le prove di salvataggio con un labrador prima di strafogarsi di polenta e vino a fiumi (e da lì in poi il "boss" non ha smesso un secondo di riempirmi di consigli e di rimarcare quanto fosse un grande!)
C'era la tizia ricca con problemi di salute (e problemi di logorrea), enorme e vestita con un prendisole (questa è venuta su il sabato a dire il vero).
C'era un mio collega d'ufficio con due amici, un po' genere fighetto, che si son messi a prendere il sole e a rilassarsi.
C'erano due signori anziani che avrebbero preferito camminare meno (avevano lasciato la macchina ben più giù del livello di rischio che avevo superato io... )
C'era Marc-antony, un ragazzo che è già la terza volta che viene al rifugio, questa volta tracciando i sentieri con roncola e vari attrezzi e fermandosi a dormire (e così abbiamo goduto dei suoi racconti di 3 anni passati a bordo di una barca a vela).
C'erano degli ex-alpini con figli che cantano nella Taurinense.
C'erano i miei ex-colleghi di fonderia, tre contabili + cugino
C'era la famiglia con tre bambine
C'erano due gioiellieri
C'erano gli aficionados che vivono nel paese a valle, uno di loro con tanti di quei pearcing che dovesse toglierli per passare sotto un metal detector dell'aereoporto farebbe prima ad andare a piedi fino in Asia
C'era una coppia silenziosa
C'era un signore con i baffoni che mi ricordava Zanfa, la moglie con la tallonite
E ancora, ancora... ancora...
Variegati ed eterogenei. Come chi lavora nel rifugio, d'altra parte.