
Lunedì 12 Febbraio, a Torino, riapre l'antico istituto di anatomia umana, chiuso dal 1898.
Un forziere pieno di reperti di inestimabile valore scientifico: crani, mummie, visceri, modelli in cera di casi celebri.
Il museo è allestito nello stesso ambiente e con gli stessi arredamenti ottocenteschi in cui si trovava originariamente. Un enorme splendido salone con volte a crociera e navate nelle quali sono disposti ordinatamente dei mobili/teche come se ci si trovasse in una biblioteca antica.
E proprio come in una biblioteca gli scaffali sono etichettati a seconda del contenuto, solo che invece di "Economia", "Narrativa", "Biologia" troviamo etichette come "Arti inferiori", "Apparato digerente", "Apparato cardiovascolare",etc...
Facile pensare a qualcosa di macabro, eppure l'esposizione è talmente ordinata e didascalica che è impossibile non ricondurla alla scienza, anche perchè i reperti, modelli in cera e in gesso sono proprio quelli del settecento, quelli su cui i medici del tempo studiavano e facevano delle scoperte.
A me è piaciuto.
Infatti, dopo l'ora di visita, ci guardiamo tutti e quattro e di comune accordo decidiamo di andare a fare colazione (hem... erano le 11.30...) senza nessun problema di stomaco (quasi per tutti).
UNA FESTA ed UN EQUIVOCO - Venerdì e Sabato sera, feste di Carnevale.
Quella di Venerdì la perdo a malincuore distrutta dall'influenza. Avvolta nel plaid mi guardo Dr. House che mi tira un po' su il morale.
Sabato sera invece ci vado. La mitica festa della Wood. L'intenzione era di mascherarmi da hippy. Mi trucco gli occhi, leggerissimo rossetto, parrucca biondo platino lunghissima, ghirlanda di margherite in testa, camiciona bianca, collana col simbolo della pace (che tra l'altro mettevo davvero quindici anni fa...), ventimila braccialettini, jeans a zampa d'elefante.
Alla festa il primo uomo che mi dice "sai una cosa? sei bellissima!" mi fa felice.
Il secondo che usa le stesse parole mi lusinga.
Il terzo inizia ad insospettirmi.
Il quarto mi fa capire.
Mi avevano tutti scambiata per Cicciolina!!!
"Ciao Ilona!" mi aveva detto il quarto.
Ma io non ero vestita da Cicciolina, ero vestita da hippy!!! Cavolo!!! Non vedete che ho una canna in mano??? Cicciolina avrebbe avuto altro!!! Incompetenti!
DUE CD - Nella domenica ecologia, come hanno chiamato questa cosa confusionaria che prevedeva che nel nord nessuno usasse le auto tranne in alcune zone, tranne in alune strade, tranne in alcuni orari, tranne per alcune categorie di persone..., me ne sto a casa a leggere e ad ascoltare musica.
Un cd di Norah Jones.
Un cd di Tracy Chapman.
Che pace.
UN LIBRO - "Il dolore perfetto" di Ugo Riccarelli.
Una lente di ingrandimento che scende sul mondo e si ferma in un paesino toscano ad osservare la vita delle persone di due famiglie.
E ci rimane per generazioni, attraverso fatti storici, guerre mondiali, amori, morti e... ovviamente dolore. Un dolore così assoluto da essere perfetto. Un dolore che non è mai fisico ma dell'anima, tanto che Annina si morde la lingua per cacciare il secondo che è ben più terribile.
Uno di quei libri che ti fanno amare i personaggi e perciò vorresti finire di leggere in un lampo per sapere come va a finire e allo stesso tempo vorresti prolungare la lettura per rimanere con loro il più a lungo possibile.
La bellezza del libro mi fa venir voglia di ascoltare le storie di mia mamma, mio papà, dei miei nonni e farmi raccontare delle loro vite e dei luoghi in cui hanno vissuto. E a mia volta viene voglia di prendere mio cugino Alex, toglierlo da davanti la televisione e raccontargli tutto quello che so e che lui si è perso perchè troppo giovane. Sui nonni e sugli zii che non ha mai conosciuto, sulle bamboline di pane e zucchero che preparava la nonna il sabato mattina, sulla casa in cui vive che una volta era diversa, sui viaggi, sulle sue cugine che ne combinavano di tutti i colori, e... fargli conoscere fino in fondo il tempo lento delle parole e la magia del raccontare, la possibilità di trovare un respiro largo negli oceani dell'immaginazione e nella memoria del passato, e il battito del cuore nel coraggio di persone ormai scomparse, e la corsa sfrenata in geografie di luoghi lontani e affascinanti, o vicini a lui ma ormai cambiati irrimediabilmente dal tempo trascorso.
UN FILM AL CINEMA- "Scrivimi una canzone", ovvero "Music & Lyrics".
Un film spensierato, commedia leggera e divertente, senza troppe pretese. Il trionfo dell'amore. Proprio quello di cui avevo bisogno.
E poi... Hugh Grant e Drew Barrymore insieme. Una gara a chi mi fa impazzire di più.